lunedì 7 maggio 2007
L'arte della libertà
Cioè, KEPPALLE!!!
E ritiro fuori nartravorta la Tate Modern e l'arte contemporanea.
Cosa dovrei fare?
A me mi piace così.
Ovviamente siamo alle solite, allo sparare su tutto ciò che il mondo circostante ritiene utile e/o bello.
Comunque...
Sarà ma a me l'arte che non sia contemporanea non piace.
(Esporro di seguito i miei vaneggiamenti quindi tenetevi forte e mandate a letto i bambini)
L'arte prima della fine dell'800 era arte sì figurativa, ma era soprattutto arte commissionata.
Era arte che nasceva nelle corti, nelle chiese, che viveva di mecenatismo.
Inutile ricordare i vari esempi, basta prendere un'opera rinascimentale a caso per convalidare questa tesi.
Ma dalla seconda metà del secolo XIX i pittori rifiutati dalle gallerie principali si ribellano, esponendo per conto loro.
Ecco che nascono le prime avanguardie.
Ciò che sta dietro le avanguardie non è più la ricerca del bello, della soddisfazione visiva.
Le avanguardie mostrano il lato umano dell'artista, i sentimenti, ciò che esprime la società, l'oppressione dell'anima ed anche la leggerezza di un soffio.
E' arte che rispecchia i tempi, ma non visti da un sovrano, ma dal popolo.
Personalmente quando ammiro un'opera d'arte contemporanea la prima cosa che guardo è l'anno in cui è stata realizzata e la scheda dell'autore.
Solamente così riesco a percepire ciò che l'opera vuole trasmettere, mi immergo dentro di essa e allo stesso tempo la guardo distaccata.
Perché giuro che in ogni opera contemporanea c'è quella brezza di freschezza e novità che ha formato la nostra società.
L'arte contemporanea è libertà dell'animo, dell'individuo.
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